Scudi Digitali: WhatsApp contro gli scam centres

Rimozione account da record
Nel primo semestre del 2025 WhatsApp ha eliminato più di 6,8 milioni di account collegati a scam centres criminali. Un’azione proattiva per impedire che vengano messi in moto piani fraudolenti, e che dimostra da parte di Meta un impegno nella prevenzione più che nella semplice reazione.
Come operano gli scam centres
Questi centri, spesso ubicati nel Sud-est asiatico — in paesi come Cambogia, Myanmar e Thailandia — agiscono come veri e propri laboratori di truffe digitali. I lavoratori sono spesso vittime di tratta degli esseri umani, costretti a operare per conto di reti criminali organizzate. Le truffe iniziano attraverso contatti su social media (Instagram, Facebook, TikTok), dating app o SMS, poi si spostano su piattaforme di messaggistica (WhatsApp o Telegram) dove è più semplice manipolare e isolare la vittima. Questa strategia multicanale obbliga ogni piattaforma a visionare solo una parte frammentata dello schema fraudolento, rendendone più complessa l’identificazione ed il tracciamento.
Tattiche più comuni di truffa
Una delle metodologie di scam più insidiose è nota come pig butchering, termine inquietante che letteralmente indica la "macellazione del maiale", e che metaforicamente descrive il modus operandi di questi cyber criminali che "mettono all'ingrasso" la loro vittima prima di derubarla. Si tratta di un sistema in cui un rapporto di fiducia viene costruito nel tempo, spesso con sfumature romantiche o emotive, per poi spingere la vittima prescelta a investire cifre crescenti in criptovalute inesistenti. In altri casi si propongono attività pagate di social engagement o falsi investimenti, tutte impostate per sembrare autentiche e condurre a richieste di denaro non rimborsabile.
Le nuove contromisure di WhatsApp
Per contrastare queste insidiose dinamiche, WhatsApp ha introdotto strumenti utili anche a chi non è esperto. Un “safety overview” (panoramica di sicurezza) adesso compare ogni volta che si viene aggiunti a un gruppo da un numero sconosciuto, offrendo informazioni sul creatore, sul numero dei partecipanti e un avviso per tutelare l’utente. Inoltre sono state attivate notifiche per indurre a una pausa consapevole prima di rispondere a messaggi da contatti non salvati.
Le aziende sono sempre più sottoposte a stringenti normative che richiedono di assumere un ruolo attivo nella protezione dei dati degli utenti. Soltanto nel corso del 2024 sono state registrate perdite dovute a frodi online che hanno superato i 12,5 miliardi di dollari. E purtroppo l'intelligenza artificiale sta rendendo questo fenomeno sempre più complesso da contrastare.
Cooperazione internazionale e normative anti-scam
I governi di USA, UE e alcuni stati asiatici stanno discutendo accordi per facilitare la chiusura di questi centri, ma attualmente permangono difficoltà in ambito giuridico. In altri Paesi, come Australia e Singapore, sono state introdotte leggi che obbligano le piattaforme a rimborsare le vittime. Le aziende dovranno dunque dimostrare di aver messo in atto tutte le contromisure possibili.
Ancora una volta l’intelligenza artificiale si pone come mezzo per perpetrare truffe, ma contestualmente come uno strumento di contrasto. Gli scammers hanno sfruttato ChatGPT per generare messaggi iniziali credibili e su misura, costruendo un primo filtro di fiducia che sposta la truffa su piattaforme più difficili da monitorare. Contemporaneamente Meta e OpenAI collaborano per intercettare questi schemi prima che si sviluppino, mostrando come la stessa tecnologia possa essere riutilizzata a fini difensivi.
In conclusione
La vicenda chiarisce che l’IA — pur vulnerabile ad usi maligni — può essere governata con soluzioni preventive intelligenti e trasparenti. Il futuro della sicurezza digitale risiederebbe dunque in un equilibrio tra innovazione, controllo e collaborazione intersettoriale. Garantire fiducia e protezione non è più un optional, ma un imperativo per chi sviluppa strumenti tecnologici che producono effetti nell’esperienza quotidiana delle persone all'interno del "nuovo mondo digitale".