"AI Action Plans 2026-2030": la Malesia punta sull'inclusività dell'IA

MALESIA. Il documento programmatico AI Action Plan 2026–2030, presentato lo scorso agosto dal National Artificial Intelligence Office (NAIO), mira, entro la fine del decennio, a trasformare il Paese in una nazione IA “inclusiva e sostenibile”. Mentre l’Europa consolida il suo impianto normativo tramite l’approvazione dell’AI Act, la Malesia presenta un piano d’azione sull’Intelligenza Artificiale che sorprende per visione e concretezza, con un approccio bilanciato tra etica, innovazione e sviluppo equo.
Il cuore dell’iniziativa ruota intorno ai valori etici
L’obiettivo della Malesia, così come la complessiva scelta strategica motivata dalla sua posizione di potenza emergente all’interno dell' ASEAN (Association of Southeast Asian Nations), non sembra limitarsi all'inclusione di nuove tecnologie, ma guarda alle differenze socioeconomiche, culturali e territoriali che attraversano il paese. Il documento, presentato all'interno del più ampio 13° Piano di Sviluppo Nazionale, identifica cinque priorità: impatto settoriale, sviluppo etico, formazione dei talenti, promozione dell’innovazione locale e governance centralizzata. Tutto ruota attorno a un’idea di IA pensata per e con la società, non semplicemente sulla società.
L' impronta etica è uno dei pilastri fondamentali della roadmap malese
Attualmente il Paese non possiede una legge vincolante come l’AI Act europeo, ma è in corso una consultazione pubblica per definire un quadro di governance dell’intelligenza artificiale con al centro temi come la trasparenza, la protezione dei dati personali e il rispetto dei diritti fondamentali. Tra i punti più innovativi c'è l’istituzione di un comitato etico nazionale che includerà,non solo esperti di tecnologia, ma anche rappresentanti del mondo umanistico e religioso. La flessibilità normativa viene considerata un vantaggio per adattarsi a un contesto culturale e sociale altamente variegato.
Dal punto di vista industriale, la strategia malese evidenzia la volontà di non limitarsi al consumo di tecnologie IA straniere, ma di diventare produttore attivo di soluzioni, infrastrutture e competenze. Infatti attraverso accordi strategici con NVIDIA e la concessione di licenze ARM, ARM Holdings (ora ARM Ltd.) concederebbe a terze parti il diritto di utilizzare la sua architettura di processori RISC (Reduced Instruction Set Computing) per progettare e produrre chip. La Malesia punta così ad imporsi come hub regionale per lo sviluppo di applicazioni e hardware “Made by Malaysia”, una scelta politica, prima ancora che economica, per rafforzare la sovranità digitale nazionale e ridurre la dipendenza dalle grandi piattaforme occidentali o cinesi.
Il piano si distingue per l' attenzione all’inclusione
Il piano malese di riequilibrio sociale mira ad evitare che l'AI diventi un moltiplicatore delle disuguaglianze, garentendo l'equa distribuzione dei benefici dell’Intelligenza Artificiale: alfabetizzazione digitale nelle aree rurali, sostegno alle startup locali, accesso agli strumenti di IA per cooperative e piccole imprese, sviluppo di tecnologie linguisticamente e culturalmente adattate alla popolazione.
Nel confronto con l’Unione Europea emergono differenze significative. Se Bruxelles ha scelto la via della regolamentazione rigida e preventiva, il territorio federale di Kuala Lumpur preferisce un modello sperimentale e inclusivo, più orientato all’applicazione pratica che alla definizione giuridica. In Europa si punta alla protezione dei diritti fondamentali e all’interoperabilità del mercato digitale, mentre la Malesia lavora sul campo, investendo nella formazione diffusa e nel radicamento territoriale dell’innovazione.
Pur scaturendo da esigenze diverse entrambe le visioni convergono nel riconoscere la centralità dell’Intelligenza Artificiale nel contesto geopolitico del futuro. Il piano malese, volto a coniugare progresso tecnologico e giustizia sociale, sembrerebbe scommettere sul potenziale umano più che su quello algoritmico.
In un panorama globale, in cui la corsa all’IA sembra spesso giocarsi sul piano della potenza computazionale, il progetto della Malesia, con la sua visione di accesso equo e rispetto delle diversità, sembrerebbe dire che la tecnologia può diventare uno strumento di emancipazione collettiva, a patto che la trasformazione passi dalle persone.