Bill Gates scommette sull’IA: "lavoreremo solo 2 giorni a settimana entro il 2035"

31 Marzo 2025 - 16:03
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Bill Gates scommette sull’IA: "lavoreremo solo 2 giorni a settimana entro il 2035"
Foto di Bill Gates

Una settimana lavorativa di appena due o tre giorni, con la stessa produttività di oggi. La previsione di Bill Gates, fondatore di Microsoft, rilasciata durante un’intervista al The Tonight Show. La chiave? L’intelligenza artificiale, destinata a rivoluzionare il mondo del lavoro entro il 2035.

L’IA non ruba solo lavori “noiosi”

Non solo compiti ripetitivi: Gates sostiene che l’automazione colpirà anche settori ad alta specializzazione, come medicina e istruzione. Già oggi, algoritmi aiutano i medici a diagnosticare malattie o a monitorare terapie, mentre chatbot educativi affiancano studenti e insegnanti.

"L’IA diventerà uno strumento quotidiano per ricevere consigli medici precisi o lezioni su misura", spiega Gates. L’intervento umano resterà cruciale, ma meno indispensabile. Risultato? Potremmo lavorare meno, ma con efficienza maggiore.

Scuola 2.0: tutor virtuali e meno burocrazia

Nelle classi del futuro, l’IA potrebbe agire come un tutor personale: adatterà i programmi alle esigenze di ogni studente, correggerà compiti in tempo reale e segnalerà difficoltà di apprendimento. Gli insegnanti, liberati da attività ripetitive, avranno più tempo per la didattica creativa e il supporto emotivo.

Anche la gestione scolastica ne beneficerebbe: algoritmi potrebbero organizzare orari, gestire supplenze o ottimizzare risorse, riducendo il carico amministrativo. E per gli studenti con bisogni speciali, l’IA offrirebbe strumenti come sintesi vocale o interfacce su misura.

Ma non tutto è rose e fiori

L’integrazione dell’IA non è priva di rischi: dalla disoccupazione (con l’automazione che potrebbe ridurre i posti di lavoro, richiedendo nuove politiche sociali) ai bias algoritmici, che rischiano di perpetuare disuguaglianze se l’IA impara da dati distorti. C’è poi il tema privacy, con la necessità di regole rigorose per proteggere i dati degli studenti, e il digital divide, che lascia indietro le scuole con meno risorse.

E in Italia? "ok all’IA, ma senza sostituire i prof"

Il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara è chiaro: "Crediamo in una didattica personalizzata, ma guidata dai docenti". Le nuove linee guida italiane puntano a formare studenti critici verso l’IA, capaci di usarne i vantaggi senza farsi condizionare.

Intanto, parte una sperimentazione in 4 regioni (Lombardia, Toscana, Lazio e Calabria): per due anni, un software IA analizzerà le difficoltà degli studenti in materie STEM e lingue, aiutando i professori a intervenire con supporto mirato. L’obiettivo? Ridurre il divario tra studenti brillanti e chi è in difficoltà, inclusi i ragazzi stranieri.

Il futuro è (quasi) qui

Gates dipinge un mondo in cui l’IA gestirà logistica, agricoltura e produzione, lasciandoci più tempo libero. Ma serve prepararsi: formare docenti, aggiornare leggi e garantire equità. Ma saremo pronti a lavorare meno, o l’ossessione per la produttività ci ruberà anche questo vantaggio?