ChatGPT Agent è arrivato: l’intelligenza artificiale che agisce al posto tuo

Non si limita a suggerire: ChatGPT Agent naviga, clicca, decide — e lo fa da solo. Ma quanto possiamo davvero fidarci?
Un’intelligenza artificiale che usa il computer.. come se fosse una persona
Fino a ieri, l’intelligenza artificiale ci aiutava a pensare. Da oggi, può anche agire per noi. Si chiama ChatGPT Agent ed è la nuova funzione sviluppata da OpenAI: un agente autonomo capace non solo di generare contenuti, ma di navigare online, usare app, creare file, e persino effettuare acquisti — tutto da un computer virtuale isolato e sicuro.
Non è solo una questione tecnica: è una nuova filosofia. L’agente non lavora più come semplice assistente, ma come un vero esecutore di compiti, dotato di strumenti propri e di un’interfaccia grafica che ci mostra, passo dopo passo, cosa sta facendo e perché.
Cosa può fare davvero? Più di quanto immagini!
Immagina di dover organizzare un matrimonio: trovare un vestito elegante, prenotare una stanza d’hotel, confrontare prezzi e disponibilità. Con ChatGPT Agent, non devi nemmeno aprire il browser: lo fa lui. E può arrivare a cliccare su Booking.com, autenticarsi al tuo posto e completare la prenotazione — sempre chiedendoti conferma prima delle azioni più delicate.
Ma non finisce qui.
Nel video demo pubblicato da OpenAI, l’agente:
crea sticker da una foto,
effettua ordini di stampa online,
costruisce presentazioni PowerPoint complete di grafici generati con codice e immagini AI,
analizza autonomamente i risultati e li corregge se non lo convincono.
Una vera e propria mente operativa digitale. Ed è solo l’inizio.
Cosa lo rende diverso dagli altri agent?
Sul mercato esistono già agenti AI come Manus o Gen Spark, ma qui il punto non è “chi è arrivato prima”: è come è stato costruito. ChatGPT Agent è un sistema addestrato in modo specifico per combinare le capacità di ricerca di Deep Research con quelle operative degli Operators, con un livello di integrazione e flessibilità mai visto prima.
A rendere possibile tutto questo sono i connettori, che permettono all'agente di collegarsi direttamente a molte delle tue app e agire per conto tuo. Ovviamente, solo se glielo consenti.
Possiamo davvero fidarci?
La vera domanda è questa. E OpenAI lo sa. Per questo, ha messo in campo una serie di precauzioni degne di un thriller cyberpunk (ma senza allarmismi inutili):
Protezione da prompt malevoli: l’agente è stato addestrato a riconoscere tentativi di manipolazione nascosti nei testi delle pagine web, come comandi invisibili che potrebbero fargli compiere azioni pericolose.
Richieste di conferma obbligatorie per ogni task che impatta sul mondo reale (email, acquisti, accessi).
Supervisione attiva: in modalità “watch”, l’utente deve osservare in tempo reale cosa fa l’agente.
Privacy garantita: password e dati sensibili non vengono salvati né letti dal modello.
Rifiuto automatico di task pericolosi, come transazioni bancarie o azioni non autorizzate.
E non è tutto. OpenAI ha addirittura classificato il sistema come dotato di potenziali capacità biologiche e chimiche avanzate, inserendolo in un framework di sicurezza con filtri attivi e monitoraggi costanti. Un approccio prudente, forse perfino lungimirante.
Come possiamo usarlo senza rischi?
L’agente non è ancora disponibile per tutti: arriverà presto per gli utenti Pro, e successivamente per Plus e Team, attivabile dal menu “Tools” in modalità “Agent Mode”.
Nel frattempo, chi vorrà sperimentarlo dovrà formarsi, capire cosa può e non può fare, e prestare attenzione a connettori, permessi e contenuti online potenzialmente pericolosi. Perché, come in ogni strumento potente, la differenza la fa l’uso che ne facciamo.
Rivoluzione o rischio calcolato?
ChatGPT Agent non è solo una nuova funzione: è un salto di paradigma. Non siamo più di fronte a un motore di risposte, ma a un collaboratore operativo capace di agire, con tutte le potenzialità — e le responsabilità — che ne derivano.
La vera sfida, oggi, non è tanto tecnologica quanto culturale: sapremo usare questi strumenti in modo consapevole, costruttivo e sicuro?