ChatGPT Sfida gli Psicologi: L'Intelligenza Artificiale Conquista il Campo della Terapia

Un esperimento scientifico mette in discussione le certezze della psicoterapia tradizionale, rivelando potenzialità inaspettate nel supporto emotivo digitale
Nei corridoi dell'Ohio State University si respira un'aria di cambiamento. Un team di ricercatori ha appena concluso uno studio che potrebbe riscrivere il futuro della salute mentale. La loro intuizione? Mettere alla prova ChatGPT nel ruolo di terapeuta, confrontandolo con professionisti esperti in carne ed ossa. I risultati, apparsi sulle pagine di PLOS Mental Health, stanno scuotendo la comunità scientifica.
Lo psicologo Gabe Hatch e il suo team hanno progettato un esperimento illuminante. Hanno selezionato 830 persone e presentato loro situazioni reali tratte dalla terapia di coppia - scene familiari come la minimizzazione della depressione del partner. Le risposte sono arrivate sia da terapeuti professionisti che da ChatGPT, creando un confronto senza precedenti.
I ricercatori hanno coinvolto un campione variegato di persone, molte delle quali con esperienze dirette di terapia di coppia. La sfida era ingegnosa nella sua semplicità: identificare l'origine delle risposte terapeutiche ricevute. I numeri hanno parlato chiaro: i partecipanti hanno riconosciuto le risposte dei terapeuti umani solo nel 56,1% dei casi, mentre per ChatGPT la percentuale di identificazione è stata del 51,2%.
L'aspetto più sorprendente è emerso dall'analisi approfondita delle risposte. Valutando parametri essenziali come la comprensione emotiva, l'empatia, l'adeguatezza terapeutica, la sensibilità verso diverse culture e la professionalità, l'intelligenza artificiale non si è limitata a pareggiare il confronto - in alcune aree ha addirittura superato i terapeuti tradizionali.
La dottoressa Jessica Jackson, psicologa texana specializzata in tecnologia applicata, offre una prospettiva pragmatica: "Il sistema attuale non riesce a soddisfare la domanda di supporto psicologico. Sebbene la terapia tradizionale rimanga insostituibile, non tutti necessitano dello stesso livello di intervento." È proprio qui che emerge il potenziale rivoluzionario dell'AI, capace di offrire un primo supporto accessibile per chi affronta ansia sociale, problemi di sonno o barriere economiche.
La riflessione sul rapporto tra tecnologia e terapia non è nuova. Nel 1966, il programma ELIZA rappresentò il primo tentativo di digitalizzare il supporto psicologico. Oggi, quella che sembrava una sperimentazione pionieristica si sta trasformando in una concreta possibilità terapeutica.
I ricercatori concludono con un monito fondamentale: mentre la tecnologia accelera la sua corsa, diventa cruciale affrontare le implicazioni etiche e pratiche di questa evoluzione. La comunità scientifica ha il dovere di guidare questa trasformazione, garantendo che l'integrazione dell'AI nella salute mentale segua principi rigorosi di efficacia e responsabilità.