Zuckerberg e i piani poco chiari sull'IA

8 Luglio 2025 - 09:55
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Zuckerberg e i piani poco chiari sull'IA
Foto di Greg Bulla

Quando hai 14,3 miliardi di dollari da investire e tenti di attrarre i migliori talenti dalla concorrenza con offerte milionarie, ti aspetti che la strategia sia cristallina. Invece, in casa Meta, le acque sono più torbide che mai.

Mark Zuckerberg ha recentemente scommesso una cifra astronomica sulla superintelligenza artificiale, creando i Meta Superintelligence Labs e innescando quella che sembra essere una guerra intellettuale con il suo principale scienziato dell'IA, Yann LeCun. Un confronto che potrebbe ridefinire non solo il futuro di Meta, ma l'intero panorama dell'intelligenza artificiale.

Meta investe miliardi sulla superintelligenza, ma il disaccordo tra Zuckerberg e LeCun rivela incertezze strategiche che potrebbero compromettere il futuro dell'azienda nell'IA.

L'enfant prodige da 100 milioni e la nuova strategia Meta

Alexandr Wang, 28 anni, ex coinquilino di Sam Altman e co-fondatore di Scale AI, è il nuovo volto dei Meta Superintelligence Labs. Considerato un "CEO da tempi di guerra", Wang ha costruito negli ultimi anni una reputazione solida nel settore dell'IA attraverso la sua startup.

La scelta di Wang non è casuale: Meta cerca un leader che comprenda sia le complessità tecniche dell'IA sia come sviluppare un'azienda che non si concentri solo sulla ricerca teorica. Una mossa strategica che, secondo fonti interne, avrebbe già creato dinamiche interessanti.

Il miliardario investimento che divide

I 14,3 miliardi di dollari rappresentano uno degli investimenti più massicci mai fatti nel settore dell'IA. L'obiettivo dichiarato è ambizioso: creare una superintelligenza che Zuckerberg definisce "all'orizzonte" e che rappresenterebbe "l'inizio di una nuova era per l'umanità".

Ma c'è un problema: il principale scienziato di Meta non è d'accordo.

Il dibattito scientifico: Zuckerberg vs LeCun

Yann LeCun, vincitore del premio Turing (il "Nobel dell'informatica") e Chief AI Scientist di Meta, rappresenta una scuola di pensiero diversa sullo stato dell'arte dell'intelligenza artificiale.

Mentre Zuckerberg promette una superintelligenza imminente, LeCun mantiene un approccio più cauto, sostenendo che persino un'intelligenza "a livello di gatto" è ancora molto lontana. Una posizione scientifica che difende da anni, basata sulla convinzione che gli approcci attuali non siano ancora maturi per raggiungere certi traguardi.

Open source vs modelli chiusi: il cuore del conflitto

La frattura più profonda riguarda l'approccio all'open source. LeCun è da sempre un fervente sostenitore dell'IA aperta, considerandola essenziale per la diversità e la democrazia. Solo l'anno scorso lodava l'impegno di Zuckerberg verso questo approccio, scrivendo che "le piattaforme IA devono essere aperte, proprio come l'infrastruttura software di Internet".

Tuttavia, l'annuncio sui Meta Superintelligence Labs non menziona mai l'open source - un'omissione significativa. Secondo il New York Times, i dirigenti di Meta avrebbero persino discusso l'ipotesi di disinvestire da Llama, il modello open source dell'azienda, valutando un possibile passaggio a modelli chiusi come quelli di OpenAI e Anthropic.

Il posto di LeCun è in bilico?

Le tensioni interne sollevano interrogativi sul futuro di LeCun in Meta. Secondo Wired, tra le offerte "sbalorditive" fatte da Zuckerberg per attirare talenti da OpenAI, una sarebbe consistita nel proporre a uno scienziato di alto profilo il ruolo di Chief Scientist - esattamente il titolo di LeCun.

Quando interrogato sul suo ruolo dopo la nomina di Wang come Chief AI Officer, LeCun ha cercato di mantenere un tono diplomatico: "Non mi piace gestire le cose e non sono bravo con gli aspetti operativi. Sono molto più bravo nella leadership scientifica: guido con le idee".

La diplomazia di chi resiste

Nonostante le tensioni, LeCun continua a promuovere l'open source sui social, ritwittando elogi per il "rilascio aperto di Llama che ha cambiato il settore". Ma Zuckerberg sembra fare orecchie da mercante.

Sul nuovo focus sulla superintelligenza, LeCun ha adottato un approccio più conciliante: "La superintelligenza artificiale è sempre stata un obiettivo sensato a lungo termine. È sempre stato l'obiettivo a lungo termine di FAIR" - il laboratorio di ricerca IA di Meta che guida da oltre un decennio.

Cosa significa tutto questo per il futuro dell'IA

Il conflitto interno a Meta riflette una tensione più ampia nell'industria dell'IA: da una parte la corsa verso una superintelligenza che potrebbe non essere così vicina, dall'altra la necessità di sviluppare sistemi più democratici e accessibili.

La strategia di Zuckerberg sembra orientata verso un approccio più aggressivo e competitivo, simile a quello di OpenAI, mentre LeCun rappresenta una visione più cauta e aperta dello sviluppo dell'IA.

Le implicazioni per gli utenti

Per chi utilizza o sviluppa con l'IA, questo scontro potrebbe avere conseguenze concrete:

Modelli chiusi significherebbero minore accessibilità e costi più elevati

L'abbandono dell'open source limiterebbe l'innovazione indipendente

La "guerra dei talenti" potrebbe accelerare lo sviluppo ma anche aumentare la concentrazione del potere

Conclusioni e prospettive future

La battaglia interna a Meta non è solo una questione di personalità o visioni divergenti. È lo specchio di un'industria che sta attraversando una fase di trasformazione profonda, dove le decisioni prese oggi determineranno il futuro dell'intelligenza artificiale.

Zuckerberg sembra determinato a competere direttamente con OpenAI e Anthropic, anche a costo di abbandonare i principi che hanno guidato Meta fino ad oggi. LeCun, dal canto suo, rappresenta una voce di moderazione scientifica che potrebbe presto trovarsi marginalizzata.

La domanda che rimane aperta è: Meta riuscirà a mantenere un equilibrio tra ambizione commerciale e rigore scientifico, o saremo testimoni di un'altra grande azienda tech che sacrifica i principi per la competizione?

Una cosa è certa: con 14,3 miliardi di dollari in gioco e contratti da 100 milioni, la posta in palio non è mai stata così alta. Il futuro dell'IA potrebbe dipendere da come si risolverà questo scontro tra titani.