Immaginate di essere un regista che, dopo mesi di lavoro su una scena animata, decide all’ultimo momento di cambiare l’inquadratura. Nella realtà, questo significherebbe far tornare indietro un intero team a modificare storyboard, rendering e illuminazione, con costi e tempi esagerati. È proprio questo il grattacapo che Cheehoo, una startup nata dall’incontro tra veterani di Hollywood e guru della tecnologia, vuole risolvere con l’intelligenza artificiale.
Fondata da Michael LoFaso e Jonathan Eirich (co-CEO di Rideback, la casa di produzione dietro The Lego Movie), insieme a ex dirigenti di DreamWorks e ricercatori AI di Apple, Cheehoo punta a semplificare la creazione di animazioni, rendendola accessibile non solo ai grandi studio, ma anche a creator indipendenti. «Vogliamo dare agli artisti uno strumento che si integri nei loro flussi di lavoro senza complicarli», ha spiegato LoFaso.
Come funziona?
L’obiettivo è ridurre i tempi (e i costi) di produzione. Con strumenti che gestiscono attività come annotazione dei dati, conversione di file e coerenza tra formati, Cheehoo permette di prototipare e modificare scene in tempo reale. Se un regista vuole sperimentare un’inquadratura alternativa, può vedere il risultato all’istante, attivando o disattivando funzioni AI. Non solo: la piattaforma integra modelli proprietari per la creazione di personaggi e asset, ma lascia spazio anche a strumenti esterni come quelli di OpenAI o Runway per comporre scene o aggiungere effetti visivi.
«L’AI non sostituisce la creatività umana, la potenzia», sottolinea Brentt Baltimore di Greycroft, principale investitore del round da 10 milioni di dollari che sostiene Cheehoo. «Riducendo i costi, permetterà anche a filmmaker indipendenti di realizzare animazioni complesse senza uno studio milionario».
Tra studio e creator: la scommessa sul futuro
Per ora, Cheehoo collabora con grandi studio e professionisti, ma l’obiettivo è sbarcare nel mercato consumer, sfidando competitor come Cartwheel e Cinamon. La vera innovazione? Mantenere il controllo creativo nelle mani degli artisti. «I creator odiano sentirsi limitati dai tool», aggiunge Baltimore. «Con Cheehoo, possono decidere quanto affidarsi all’AI e quanto sporcarsi le mani manualmente».