L’intelligenza artificiale entra negli yacht di lusso e prende il timone della navigazione

Next Yacht Group presenta al Monaco Yacht Show il primo sistema AI capace di gestire funzioni di bordo e sicurezza senza connessione cloud. L’intelligenza artificiale diventa il nuovo standard della nautica di lusso.

L’intelligenza artificiale entra negli yacht di lusso e prende il timone della navigazione
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Pochi giorni fa il Next Yacht Group, cantiere con sede a Viareggio, ha annunciato la prima flotta di yacht equipaggiata con un sistema di intelligenza artificiale capace di gestire in autonomia gran parte delle funzioni di bordo. Il progetto è stato presentato durante il Monaco Yacht Show, uno degli eventi più prestigiosi del settore. L’obiettivo è chiaro: portare la logica dell’AI all’interno della nautica di lusso per migliorare sicurezza, comfort ed efficienza. Il sistema, denominato Next AI-Integrated System, è installato a bordo del modello AB 110 e nasce dalla collaborazione con partner tecnologici europei specializzati in machine learning.

La tecnologia opera senza connessione cloud e sfrutta una rete locale ad alta capacità che raccoglie dati in tempo reale da sensori distribuiti in ogni area dell’imbarcazione. Il sistema analizza consumi, rotta, condizioni meteo e stato dei motori, suggerendo interventi preventivi al comandante o adattando automaticamente alcuni parametri di navigazione. In caso di emergenza, l’AI elabora scenari alternativi e comunica le opzioni in linguaggio naturale attraverso un’interfaccia vocale. È un approccio che, secondo gli ingegneri del gruppo, riduce del trenta per cento il margine d’errore umano nelle operazioni quotidiane.

La nautica di lusso sta diventando un laboratorio avanzato per la sperimentazione dell’intelligenza artificiale. I costruttori utilizzano modelli predittivi per la progettazione idrodinamica, sistemi di computer vision per la sicurezza e algoritmi di ottimizzazione per ridurre i consumi energetici. Cantieri come Azimut Yachts e Rossinavi stanno integrando piattaforme simili nei modelli 2025-2026, con l’intento di automatizzare la gestione energetica e rendere più sostenibili imbarcazioni sempre più potenti.

Oltre all’efficienza, la tendenza è spinta dalla ricerca di un’esperienza di bordo personalizzata. Alcuni costruttori stanno lavorando su assistenti vocali dedicati che apprendono le abitudini dell’armatore, regolano luci, temperatura e intrattenimento e coordinano l’equipaggio in base alle preferenze registrate. L’AI diventa così un concierge digitale capace di interpretare i desideri del proprietario e anticipare le sue richieste. Il tutto avviene in modo locale, per limitare l’esposizione dei dati personali e garantire la privacy a bordo.

Secondo un’analisi di Superyachts Magazine, l’intelligenza artificiale cambierà profondamente il ruolo dell’equipaggio. Le figure operative resteranno essenziali, ma dovranno gestire sistemi complessi e supervisionare processi automatizzati. La transizione non riduce il lavoro umano: lo sposta su un piano di controllo e responsabilità più alto. Per i comandanti e i tecnici, significa interagire con un sistema che interpreta il contesto e fornisce raccomandazioni, lasciando a loro la decisione finale.

Non mancano, però, dubbi sulla sicurezza. Gli esperti ricordano che la dipendenza da algoritmi potrebbe generare nuove vulnerabilità informatiche e che la protezione dei sistemi AI marini richiede protocolli simili a quelli adottati nel settore aeronautico. La complessità tecnologica introduce nuovi rischi, ma anche nuove competenze: la figura del “cyber-captain” è già oggetto di corsi professionali nei principali istituti di formazione nautica.

L’intelligenza artificiale, quindi, non è più un esperimento relegato ai laboratori o al software gestionale. È entrata nei cantieri, nelle cabine e nei ponti di comando, diventando parte integrante della progettazione e della vita di bordo. Se l’AI riuscirà a garantire la stessa affidabilità dei sistemi tradizionali, potrebbe rappresentare la più grande trasformazione della nautica moderna dai tempi della propulsione elettrica. In mare aperto, il futuro sembra già tracciato: yacht più autonomi, più efficienti e più consapevoli dell’ambiente che li circonda.

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