Non c'è che dire, Google non si ferma mai. L'ultima novità di Mountain View si chiama Gemini CLI ed è un assistente di intelligenza artificiale che vive nel terminale. Sì, avete capito bene: niente interfacce grafiche complicate, solo il buon vecchio prompt dei comandi. E il bello? È completamente gratuito e open-source, almeno per ora che è ancora in versione anteprima.
L'idea è intrigante: invece di aprire l'ennesimo browser o IDE pesante, digitiamo qualche comando e abbiamo un programmatore AI pronto ad aiutarci. Fantascienza? Forse, ma Google ci ha abituato a sorprese più grandi.
Mille richieste al giorno? Google non scherza
Quando si parla di servizi gratuiti, di solito c'è il trucco nascosto. Stavolta Google sembra aver fatto le cose in grande: fino a 1000 richieste al giorno con un limite di 60 al minuto. Per darvi un'idea, significa poter "chiacchierare" con l'AI per ore senza preoccuparsi dei costi.
L'installazione non richiede un dottorato in informatica: basta avere Node.js versione 18 e lanciare un comando. Tre minuti e siete operativi. L'autenticazione può passare dal vostro account Google o da chiavi API personalizzate, insomma, ognuno sceglie il proprio veleno.
Sotto il cofano: Gemini 2.5 Pro e il suo milione di "ricordi"
Il cuore pulsante di questo strumento è Gemini 2.5 Pro, quello che Google considera il suo modello di ragionamento più avanzato. La vera chicca? Ha un milione di token di context window. In parole povere, può "ricordare" conversazioni lunghissime senza perdere il filo del discorso.
Provate a immaginare: potete mostrargli un progetto intero, con tutti i suoi file, e lui li terrà a mente mentre lavorate. Non male per un assistente digitale.
Un coltellino svizzero digitale
Qui le cose si fanno interessanti. Gemini CLI non si limita a sputare codice: è dotato di una cassetta degli attrezzi completa. Può leggere e scrivere file, cercare documenti nel sistema, eseguire comandi shell, scaricare dati dal web e persino fare ricerche su Google.
È come avere un collega molto efficiente che non si lamenta mai e lavora 24/7. La lista completa degli strumenti include:
Lettura e scrittura di file e cartelle (ovviamente)
Ricerca intelligente di documenti
Esecuzione di comandi di sistema
Download di contenuti web
Ricerca Google integrata
Memoria persistente per non perdere il lavoro tra una sessione e l'altra
Insomma, un ambiente di sviluppo completo che vive nel terminale.
VS Code? Ci pensiamo noi!
Per chi proprio non riesce a staccarsi dal proprio editor preferito, Gemini CLI gioca bene con Visual Studio Code. Ma attenzione: non confondetelo con Gemini Code Assist, che è un altro strumento di Google.
Gemini Code Assist è il fratello "grafico" con i suoi limiti specifici (6.000 completamenti e 240 richieste chat al giorno), mentre Gemini CLI è più generoso con le sue 1000 richieste quotidiane. Due strumenti, due filosofie diverse.
Chi ama personalizzare tutto può modificare il file gemini.md per insegnare all'AI le proprie preferenze. Un po' come addestrare un cucciolo, ma molto più veloce.
Dalla teoria alla pratica: cosa sa fare davvero
Le demo sono sempre affascinanti, ma cosa succede nel mondo reale? Gemini CLI se la cava bene con le applicazioni web complete, può creare tool che generano immagini da prompt usando API esterne. Tutto in automatico, ovviamente.
Ma il vero asso nella manica è la gestione dei file locali. Avete una cartella piena di CSV da unire? Fatto. Foto da organizzare per data? Risolto. Operazioni che con altri strumenti AI richiederebbero upload manuali e perdite di tempo.
Questo è il tipo di lavoro sporco che nessuno ama fare, ma che Gemini CLI sembra gestire senza problemi.
I vantaggi di essere diversi
In un mercato affollato di assistenti AI, Gemini CLI ha scelto una strada particolare. L'accessibilità del tier gratuito lo rende appetibile anche per chi vuole solo sperimentare. La potenza di Gemini 2.5 Pro con il suo context window mastodontico significa che può affrontare progetti complessi senza perdere pezzi per strada.
Ma soprattutto, la capacità di lavorare direttamente con i file locali lo distingue dalla massa. Non serve caricare nulla su cloud, non ci sono limitazioni di privacy, tutto resta sul vostro computer.
Anteprima significa "lavori in corso"
Facciamo chiarezza: Gemini CLI è ancora in fase di anteprima. Tradotto: funziona, ma Google sta ancora limando i dettagli. È il momento perfetto per salire a bordo e magari influenzare lo sviluppo futuro con i propri feedback.
Essendo open-source, la comunità può mettere le mani nel codice e aggiungere funzionalità. È un approccio coraggioso che potrebbe pagare dividendi interessanti.
Certo, strumenti più specializzati potrebbero essere migliori per progetti specifici, ma Gemini CLI punta a essere il compagno di viaggio ideale per chi passa molto tempo al terminale.
Il comando /stats tiene traccia dell'uso dei token in tempo reale, una trasparenza che fa sempre comodo quando si lavora con limiti giornalieri.
Il verdetto (provvisorio)
Gemini CLI è una scommessa interessante di Google nel mondo degli strumenti di sviluppo. La combinazione di gratuità, potenza e natura open-source è allettante, soprattutto per chi ama sporcarsi le mani con il codice.
Certo, è ancora presto per cantare vittoria, ma i presupposti ci sono tutti. Se Google manterrà questo approccio generoso anche dopo la fase di anteprima, potremmo trovarci davanti a uno strumento che ridefinisce il rapporto tra sviluppatori e intelligenza artificiale.
Una cosa è sicura: il terminale non è mai stato così chiacchierone. E forse, dopo anni di interfacce grafiche sempre più complesse, tornare alle origini con un pizzico di AI non è una cattiva idea.