Il lato oscuro dell'IA: data center divorano energia quanto un'intera nazione

3 Gennaio 2025 - 11:46
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Il lato oscuro dell'IA: data center divorano energia quanto un'intera nazione
Immagine generata con intelligenza artificiale

Mentre il mondo celebra i miracoli dell'intelligenza artificiale, un'ombra preoccupante si allunga sul nostro futuro. I giganteschi data center che alimentano sistemi come ChatGPT stanno divorando energia a ritmi vertiginosi, lasciando un'impronta di carbonio che allarma gli esperti.

Un recente studio condotto dai ricercatori di Harvard e UCLA ha acceso i riflettori su una realtà che non possiamo più ignorare: i data center americani hanno emesso 105 milioni di tonnellate metriche di CO₂ in soli dodici mesi, un valore che si avvicina pericolosamente alle emissioni dell'intero settore dell'aviazione commerciale.

Il professor Gianluca Guidi dell'Università di Pisa, che ha contribuito allo studio, non usa mezzi termini quando descrive la situazione: l'appetito energetico dell'IA sta crescendo in modo esponenziale, e l'arrivo dei modelli multimodali non farà che peggiorare le cose. Come sottolinea il professor Falco Bargagli-Stoffi della UCLA, il 95% dei data center americani si trova in zone dove l'energia è economica ma "sporca", prodotta principalmente dal carbone.

La Virginia, con la sua energia a basso costo ma ad alto impatto ambientale, è diventata il simbolo di questa contraddizione. NVIDIA si prepara a inondare il mercato con 1,5 milioni di nuovi server entro il 2027, che consumeranno tanta energia quanta ne consuma l'intera Svizzera in un anno. Neil Chatterjee, che ha presieduto la Federal Energy Regulatory Commission, pone la questione in termini geopolitici: gli Stati Uniti devono vincere la corsa all'IA contro la Cina, costi quel che costi.

Ma questo "costi quel che costi" sta diventando letterale, e il conto lo sta pagando il pianeta. Francesca Dominici dell'Harvard Data Science Initiative lancia un altro allarme: nonostante l'urgenza, non ci si aspettano regolamentazioni significative nei prossimi quattro anni. La promessa dell'intelligenza artificiale rischia di trasformarsi in un'arma a doppio taglio per il nostro pianeta, a meno che non si trovino soluzioni immediate per bilanciare il progresso tecnologico con la sostenibilità ambientale. La vera intelligenza, quella umana, è chiamata ora a trovare una risposta a questa sfida ambientale.