La rivoluzione AI di Apple: dai data center ai dispositivi indossabili, tutto sotto il suo controllo

12 Maggio 2025 - 10:58
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La rivoluzione AI di Apple: dai data center ai dispositivi indossabili, tutto sotto il suo controllo
Logo società Apple. Foto di matcuz, pixabay.

Apple sta per compiere un passo epocale nel mondo dell’intelligenza artificiale, una mossa che potrebbe ridefinire il suo ruolo nel settore. Secondo indiscrezioni riportate da Bloomberg, il gigante di Cupertino sta lavorando a processori enterprise progettati per gestire le esigenze di Apple Intelligence, la sua piattaforma AI. La collaborazione con Broadcom per sviluppare acceleratori dedicati suggerisce una strategia di integrazione verticale senza precedenti, che estende il controllo di Apple dall’hardware dei dispositivi consumer fino ai data center che alimenteranno i suoi servizi cloud.

Al centro di questa rivoluzione c’è Baltra, il nome in codice del processore per data center che potrebbe debuttare entro il 2027. Le voci parlano di un salto generazionale impressionante: Apple starebbe valutando configurazioni con un numero di core CPU e GPU fino a otto volte superiori rispetto all’attuale top di gamma, l’M3 Ultra. Per fare un confronto, se oggi l’M3 Ultra vanta 24 core ad alte prestazioni e 8 a basso consumo, un chip con un moltiplicatore simile potrebbe raggiungere numeri da capogiro, come 192 core performanti o addirittura 256 core totali. Sul fronte grafico, le prestazioni potrebbero rivaleggiare con le future schede NVIDIA, come l’attesissima RTX 5090.

Ma la domanda che sorge spontanea è: ha senso scalare i core tradizionali per l’AI? Le moderne applicazioni di intelligenza artificiale si affidano principalmente a unità specializzate, come tensor core o acceleratori matriciali, piuttosto che a CPU e GPU generiche. Apple stessa, con la sua Neural Processing Unit (NPU), ha dimostrato di puntare su architetture ottimizzate per il machine learning on-device. Quindi, perché non concentrarsi sull’evoluzione di questi componenti? La risposta potrebbe essere nella natura ibrida dei data center moderni: anche i server AI hanno bisogno di CPU potenti per gestire i flussi di dati e coordinare gli acceleratori. Probabilmente, Baltra non sarà un semplice chip, ma un ecosistema completo che unisce CPU scalabili e acceleratori AI dedicati.

Intanto, Apple non dimentica il mercato consumer. La roadmap dei prossimi anni prevede l’arrivo dell’M5 per iPad Pro e MacBook Pro entro la fine del *2025*, confermando il ciclo di aggiornamento biennale a cui ormai ci ha abituati. Ma non è tutto: già si parla degli M6 (in codice Komodo) e M7 (Borneo), destinati alle prossime generazioni di Mac e iPad. E c’è anche un misterioso chip high-end chiamato Sotra, di cui ancora si sa poco.

Infine, l’azienda guarda al futuro degli indossabili, con chip custom progettati per occhiali a realtà aumentata, un settore in cui Apple sembra voler fare la differenza. Una strategia chiara: controllare ogni anello della catena tecnologica, dai server cloud fino ai dispositivi che indossiamo. Se le voci saranno confermate, il 2027 potrebbe segnare l’inizio di una nuova era per Apple e per l’AI.