OpenAI denuncia: l'IA di ChatGPT sfruttata dalla Cina per campagne di disinformazione

9 Giugno 2025 - 10:47
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OpenAI denuncia: l'IA di ChatGPT sfruttata dalla Cina per campagne di disinformazione
Foto di standret su Freepik

OpenAI ha pubblicato un report che rivela come attori legati alla Cina stiano utilizzando ChatGPT e altri strumenti dell'azienda per condurre operazioni di disinformazione e attacchi informatici. La denuncia, emersa giovedì scorso, rappresenta un nuovo capitolo nella complessa relazione tra intelligenza artificiale e sicurezza internazionale.

Operazioni in crescita, ma ancora contenute

Secondo il documento pubblicato dalla società di San Francisco, il numero di operazioni malevole orchestrate da gruppi cinesi è in costante aumento, anche se la scala rimane relativamente limitata. Le attività individuate spaziano dalla creazione di contenuti social polarizzanti alla programmazione di strumenti informatici, fino alla manipolazione dell'opinione pubblica attraverso la generazione di notizie false.

I casi più significativi includono: la creazione di post critici verso un videogioco taiwanese, la diffusione di false accuse contro un attivista pakistano e commenti sulla chiusura dell'agenzia americana USAID. In altri episodi, l'IA è stata utilizzata per scrivere contenuti su X (ex Twitter) che attaccano la politica commerciale statunitense, con frasi come: "Le tariffe rendono i beni importati incredibilmente costosi, eppure il governo spreca fondi per gli aiuti esteri".

Oltre i testi: usi tecnici avanzati

Non si tratta solo di contenuti testuali. OpenAI ha scoperto utilizzi più sofisticati della propria tecnologia: gruppi associati alla Cina hanno impiegato ChatGPT per condurre ricerche su fonti aperte, modificare script informatici e sviluppare strumenti per attacchi come il brute forcing delle password.

Un aspetto particolarmente preoccupante riguarda la produzione di contenuti a sostegno di entrambe le parti in discussioni politiche divisive negli Stati Uniti, con l'obiettivo di alimentare il conflitto interno. L'IA è stata utilizzata anche per generare immagini profilo false, aumentando la credibilità delle campagne disinformative.

La risposta cinese e le tensioni geopolitiche

La Cina ha respinto fermamente le accuse. Il ministero degli Esteri di Pechino ha dichiarato che non esistono prove per le affermazioni di OpenAI, ribadendo che "la Cina dà grande importanza alla governance dell'intelligenza artificiale e si oppone al suo uso improprio".

Questo scambio riflette le crescenti tensioni internazionali sull'utilizzo dell'IA come strumento geopolitico. Mentre Stati Uniti, Cina e Russia si contendono il primato tecnologico, aumentano i timori che l'intelligenza artificiale possa trasformarsi in un'arma digitale per influenzare processi democratici e manipolare l'opinione pubblica.

OpenAI verso maggiore trasparenza

L'azienda, valutata 300 miliardi di dollari dopo un recente round di finanziamento da 40 miliardi, ha intensificato gli sforzi di monitoraggio dell'uso improprio dei suoi strumenti. OpenAI pubblica regolarmente report sulle attività malevole, dalla creazione di malware alla diffusione di contenuti falsi.

Le contromisure adottate includono: disattivazione degli account incriminati e miglioramento dei sistemi di rilevamento automatico. Tuttavia, l'azienda ammette che la sfida è in continua evoluzione e che nessuna soluzione è definitiva.

La sfida dell'equilibrio

Il caso pone una domanda fondamentale per l'intera industria tech: come bilanciare le opportunità dell'intelligenza artificiale con i rischi del suo abuso? La velocità di diffusione di strumenti come ChatGPT rende urgente una riflessione su norme, controlli e responsabilità.

Per startup e aziende digitali diventa essenziale sviluppare una cultura della sicurezza "by design", unita a una consapevolezza etica condivisa tra chi sviluppa, distribuisce e utilizza queste tecnologie.