Stati Uniti meridionali, Texas.
Elon Musk sempre in lotta contro OpenAI e Apple definendoli “monopolisti” del mercato degli smartphone e delle chatbot potenziate da IA generativa. Secondo una causa intentata presso il tribunale federale del Texas, OpenAI controllerebbe l’80% del mercato delle chatbot, mentre Apple il 65% di quello degli smartphone. Questo per Musk non sarebbe considerato fairplay e violerebbe le leggi contro la concorrenza sleale.
In giugno, durante la Worldwide Developers Conference di Apple, l’azienda aveva annunciato che ChatGPT sarebbe stata integrata nei dispositivi iOS, iPadOS e macOS, per incrementare i features del sistema vocale Siri e i tools di scrittura. Sempre nella causa viene detto “questo significa che gli utenti iPhone che vogliono usare chatbot AI per i loro dispositivi, non hanno altre opzioni se non ChatGPT”. È probabile che Musk intenda che gli utenti non avrebbero altre opzioni come Grok di xAI. Eppure, Cupertino si difende dicendo che un utente iPhone, tramite il browser, può accedere ad altre chatbot in piena autonomia e libertà di scelta, e quindi non ci sarebbe questo monopolio di cui parla Musk, il quale pone l’attenzione sul fatto che questa opzione non presenterebbe lo stesso livello di usabilità e accessibilità rispetto ad un sistema integrato.
La questione è ancora lunga e non si è arrivati ad una conclusione. Forse perché ci sono altre ragioni dietro quello che sembra essere diventato un modus operandi di Musk, che si scaglia contro la concorrenza quotidianamente. Addirittura, OpenAI avrebbe chiesto ad un giudice federale di respingere la causa definendola come “parte di molestie continue” da parte di Musk. Forse le ragioni di questo astio devono essere ricercate in altre questioni ancora più recenti. Proprio giovedì, OpenAI ha completato una vendita di azioni che permette ai suoi dipendenti (ex e non) di vendere circa 6,6 miliardi di dollari di azioni che hanno portato ad una valutazione di 500 miliardi, notevole salto rispetto alla valutazione di 300 miliardi di dollari risalente all’inizio del 2025, e che hanno permesso a OpenAI di superare SpaceX. Attualmente OpenAI è considerata la più grande startup al mondo (tra gli investitori coinvolti figurano Thrive Capital, SoftBank e Dragoneer Investment Group). Questa potrebbe essere considerata la causa o il pretesto per la quale è in atto una fuga di dipendenti da xAI, e molti stanno proprio passando alla concorrenza per contribuire alla mission di OpenAI. Il caso più significativo ha visto l’azienda assumere l’ex Direttore finanziario di xAI, Mike Liberatore, in qualità di responsabile della finanza aziendale e con l’importante compito di gestire la sempre più crescente spesa in infrastrutture legate all’intelligenza artificiale. Ma la causa legale sarebbe emersa dopo un reclamo che xAI ha presentato contro Xuechen Li, ex dipendente di xAI passato ad OpenAI, accusato di aver rubato segreti commerciali.
Questa rivalità ha radici profonde nel fatto che Musk fu co-fondatore di OpenAI nel 2015 insieme a Sam Altman, lasciando poi l’azienda 3 anni dopo. Avrebbe creato, dunque, xAI come concorrente diretto, criticando ripetutamente la recente trasformazione di OpenAI da entità no-profit a entità for-profit.
Nelle ultime ore, OpenAI ha ufficialmente chiesto che la causa venga dismessa, ma questo non ha fatto altro che aumentare la tensione fra i due ex-alleati.