Accordo storico tra Apple e Google: Gemini entra negli iPhone

Apple ha stretto un accordo con Google per integrare il modello Gemini all’interno di Siri. L’intesa prefigura una trasformazione strategica dell’intelligenza artificiale nei dispositivi Apple.

Accordo storico tra Apple e Google: Gemini entra negli iPhone
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Il 5 novembre 2025 Apple ha annunciato che pagherà circa 1 miliardo di dollari all’anno a Google per utilizzare una versione ad hoc del modello Gemini, destinata a potenziare l’assistente vocale Siri. L’intesa coinvolge un modello con oltre 1,2 trilioni di parametri, significativamente più avanzato rispetto alle attuali soluzioni interne di Apple.

L’operazione segna una svolta per Apple. Dopo anni di sviluppo autonomo nel campo dell’intelligenza artificiale, l’azienda ha scelto di puntare su una partnership esterna per recuperare terreno rispetto ai concorrenti. Gemini sarà utilizzato per compiti complessi come la generazione di riepiloghi, la pianificazione multi-step e l’elaborazione di linguaggio naturale in ambienti eterogenei.

La scelta non è stata semplice. Apple aveva valutato modelli di altre aziende prima di convergere su Google. Il contratto prevede che il modello Gemini operi sui server cloud privati di Apple, così da mantenere il controllo sui dati degli utenti e preservare la propria reputazione in materia di privacy.

Questo accordo non significa però un addio al lavoro interno. Apple continua a sviluppare modelli proprietari e ha annunciato che intende sostituire la partnership con Google non appena la propria tecnologia sarà pronta. Il passaggio è dunque doppio: da una parte gestire nel breve termine l’urgentissimo gap sul fronte IA, dall’altra costruire un futuro indipendente basato su soluzioni interne.

Il valore dell’operazione va oltre il contratto economico. Esso riflette la trasformazione dell’assistente vocale da funzione accessoria a centro del sistema operativo, dove l’intelligenza artificiale diventa componente strutturale dell’esperienza utente. La decisione di Apple evidenzia quanto l’IA sia ormai considerata un motore di differenziazione nel mercato dei dispositivi mobili.

Alla fine, l’accordo con Google racconta una storia di rapidità e di prudenza insieme. Apple accelera sull’IA perché non può più farne a meno. Ma al contempo ribadisce che il futuro rimane la propria tecnologia, raccontando che in fondo l’intelligenza artificiale non è solo un modello da utilizzare ma una direzione da costruire.

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