Björn Ulvaeus e la difesa del diritto d’autore nell’era dell’intelligenza artificiale

Nel grande dibattito sull’intelligenza artificiale, la voce degli artisti sta finalmente conquistando il posto che merita. E tra queste voci, quella di Björn Ulvaeus, storico membro degli ABBA, risuona con particolare forza.
Perché oggi più che mai, il confine tra creatività umana e generazione automatica si fa sottile, e con esso i diritti di chi crea rischiano di essere erosi.
L’AI è entrata prepotentemente anche nel mondo della musica. I modelli generativi sono ormai in grado di comporre melodie, scrivere testi e imitare stili musicali con un realismo impressionante.
Ma a quale prezzo? E con quali garanzie per chi, come gli autori, vive di creazione originale?
Ulvaeus ha chiarito un principio fondamentale, l'intelligenza artificiale può essere uno strumento utile, ma non può esistere a discapito degli autori.
Anche lui ha ammesso di sperimentare l'AI per trovare nuove idee, per sbloccare passaggi creativi, ma senza mai dimenticare che il cuore della creazione resta umano. L'AI è, nelle sue parole, un collaboratore veloce, obbediente, ma privo di vera capacità artistica autonoma.
Il vero nodo, però, non è solo tecnico ma giuridico. Molti modelli di intelligenza artificiale vengono addestrati su enormi quantità di materiale protetto da copyright, spesso senza autorizzazione né compenso per i creatori originali.
Ed è proprio qui che Ulvaeus, oggi anche presidente di una delle principali organizzazioni mondiali di tutela dei diritti d’autore, ha deciso di alzare la voce.
Serve trasparenza: chi addestra le AI deve dichiarare quali opere vengono utilizzate e sotto quali condizioni. Serve un sistema equo, i creatori devono essere compensati quando le loro opere alimentano l’intelligenza artificiale.
E serve un quadro normativo solido, senza regole chiare, la sostenibilità dell’intero settore culturale rischia di sgretolarsi.
L'Europa, con l’AI Act, sta iniziando a muoversi in questa direzione. Ma la pressione delle grandi aziende tecnologiche per diluire le tutele resta fortissima.
Per questo Ulvaeus, e con lui molti altri artisti, spingono perché i diritti d’autore non vengano sacrificati in nome del progresso tecnologico a ogni costo.
Alla fine, la sfida non è fermare l’AI. È integrarla responsabilmente, costruendo un equilibrio tra innovazione e rispetto per chi crea.
Perché senza i creatori, nessuna tecnologia potrà mai davvero generare cultura.