AIED 2025 e l'IA nell'insegnamento: parola ai giovani che hanno preso parte all'evento.

25 Luglio 2025 - 16:55
30 Luglio 2025 - 10:32
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AIED 2025 e l'IA nell'insegnamento: parola ai giovani che hanno preso parte all'evento.
PHOTO © STUDIO BAIAMONTE

Si è svolta ieri la terza di cinque giornate di AIED 2025, la Conferenza Internazionale giunta alla sua 26° edizione, dedicata al rapporto tra intelligenza artificiale e insegnamento. La facoltà di Ingegneria dell'Università degli Studi di Palermo, host dell'evento presso l'edificio 8, continua a colorarsi di gente proveniente da tutto il mondo. Non si tratta di un evento da guardare timidamente da lontano, ma di un incontro multiculturale tutto da vivere

Quello che ha più sorpreso è stato vedere come diverse culture fossero riunite per uno scopo comune, cioè parlare di come l'IA possa effettivamente venire in supporto degli insegnanti nello svolgimento delle loro funzioni, e di come un percorso personalizzato possa guidare uno studente verso il raggiungimento di un obiettivo reale e concreto di apprendimento

Ma lasciamo la parola ai giovani...

Foto di Eunhye Grace Ko

Eunhye Grace Ko ci ha raccontato la sua esperienza con AIED. La giovane originaria della Corea del Sud, per la prima volta a Palermo, veterana delle precedenti edizioni di AIED, officer presso la University of Texas Austin, School of Information, ci ha mostrato dei video in cui dei Tutor Avatar avanzati interagiscono con gli studenti. 

"Sembrano persone reali, ma in realtà sono generati dall'intelligenza artificiale e volevamo vedere come gli studenti li percepiscono - dice ai nostri microfoni Eunhye, sottolinenando l'importanza della fiducia riposta nell'IA di riferimento -  La fiducia è la base per arrivare all'efficacia dell'apprendimento."

Ha spiegato poi come gli studenti si interfacciano con questi avatar, arrivando a considerarli dei veri e propri compagni che lavorano nello stesso team per il raggiungimento di uno scopo comune

 stato come se gli studenti sentissero che i compagni dell'IA avessero la loro stessa prospettiva: non tutor, ma persone come loro, e quindi come se stessero lavorando al loro stesso livello. E quando hanno sbagliato una domanda, abbiamo fatto in modo che i compagni dell'IA facessero la domanda per loro. Così hanno pensato: Oh, hanno agito per conto mio. Ne sono stati molto gratificati. Hanno pensato che i compagni dell'IA fossero davvero loro compagni."

Il punto di vista di Eunhye è che l'IA, se usata in modo corretto e, soprattutto, se si riesce a creare un rapporto di fiducia con essa, può essere veramente un supporto e non un ostacolo o un mostro da temere.

A lezione con Daniel Ritchie

Daniel Ritchie ha presentato un paper sui Tutor della GenAI e ha accettato di essere intervistato. Abbiamo rotto il ghiaccio chiedendogli se fosse la sua prima volta a Palermo e cosa ne pensasse: "Una bellissima città. Forse un po' troppo calda in questi giorni...sarebbe stato meglio venire la settimana prossima" ha scherzato con noi Daniel, che ha preso parte all'evento per la sua prima volta.  

Daniel Ritchie si è fatto portavoce di un tool per IA nato tra i banchi di una scuola pubblica. Stiamo parlando di PapyrusAI

Per approfondimenti leggi qui --- https://terzanotizia.it/papyrusai-cosi-gli-insegnanti-riscrivono-lalfabeto-dellintelligenza-artificiale-a-scuola

"Come facciamo a preparare studenti e insegnanti ad un mondo dove l’IA sarà ovunque, ma senza farli dipendere ciecamente da essa?".

Una domanda che ha catturato l'attenzione dei giovani presenti. Anche noi l'abbiamo ascoltato con piacere e questo ha fatto nascere un paio di domande per le quali abbiamo chiesto un'opinione personale a Daniel.

Alcuni professori non sempre sono anche dei bravi insegnanti. Pensi che l'intelligenza artificiale possa avere più successo lì dove può fallire l'uomo?

Sicuramente non sempre. Però penso che sia meglio come integrazione piuttosto che come sostituzione. Alcune delle cose più interessanti è che possiamo vedere gli insegnanti inventare nuovi tipi di lezioni. Quindi speriamo che questo possa dare una spinta ai professori che sono rimasti ancorati ai vecchi metodi. Penso che piuttosto che scegliere l'uno o l'altro, si tratti di cercare di metterli insieme.

Credi che esista la possibilità di perdere la capacità di capirci tra insegnanti e studenti a causa dell'intelligenza artificiale?

Sì, penso che sia una possibilità. Credo che dobbiamo stare attenti a come, non voglio dire quanto, ma a come utilizziamo l'IA generativa, perché ha molte potenzialità. E penso che alcuni degli usi più interessanti dell'IA generativa siano proprio nell'istruzione, perché è un modo per ottenere qualcosa di personalizzato o individualizzato per ogni studente. Ma numerose ricerche hanno dimostrato che l'interazione sociale tra gli studenti e l'insegnante è fondamentale per il processo di apprendimento. Quindi dobbiamo stare molto attenti a mantenerla e, se possibile, migliorarla.

Dalla Cina...

Chloe, una giovane riservata che ha accettato comunque di rispondere ad un paio di domande e ci ha fornito un parere sull'evento. Originaria della Cina, studia negli USA ed è giunta a Palermo in occasione di AIED 2025. Anche lei si è definita entusiasta della conferenza e ci ha rivelato che una delle parti più interessanti dell'evento è sicuramente quella del miglior paper.

"Sapere che un articolo possa spiccare sugli altri - ci ha raccontato - mi ha messo una certa curiosità".

Cosa ne pensi dell'IA applicata all'ambito educativo? 

Penso che le persone stiano ancora esplorando il suo potenziale e continuino ad analizzarlo. È più rischioso o più vantaggioso? Chissà. Però penso che possa essere utile.

I giovani, primi fruitori delle nuove tecnologie in via di sviluppo, hanno espresso il loro punto di vista all'interno di un contesto in cui sono gli adulti a prendere le decisioni

La scuola sembra essere prossima ad una nuova frontiera di innovazione, e chissà se l'Intelligenza artificiale riuscirà a diventare un baluardo contro le difficoltà di apprendimento.