L’AI che raffredda le città, il futuro si stende a pennellate

Immaginare una città d’estate è facile, l’asfalto che cuoce, i muri che bruciano, l’aria che resta ferma. I condizionatori funzionano a pieno regime, ma più lavorano, più fuori fa caldo. È il paradosso dell’abitare contemporaneo. Ed è proprio in questa tensione silenziosa che l’intelligenza artificiale entra in scena, non come idea astratta, ma come materia concreta, una vernice.
Non una soluzione miracolosa, ma una risposta intelligente, misurata, pensata per affrontare il caldo là dove nasce: sulle superfici delle cose.
Un team internazionale di ricercatori, dagli Stati Uniti alla Svezia, passando per Singapore e Cina, ha sviluppato, grazie al machine learning, una pittura capace di raffreddare gli edifici da 5 fino a 20 gradi rispetto alle vernici tradizionali. Non solo riflette meglio la luce solare, ma disperde anche il calore accumulato in modo più efficiente.
Una tecnologia passiva, che si applica come una pittura qualsiasi, ma che agisce come un alleato invisibile, restituendo comfort dove prima c’era solo calore.
Lo studio, pubblicato su Nature, è il frutto di una progettazione che ha usato modelli predittivi per scandagliare migliaia di combinazioni chimiche, con l’obiettivo di massimizzare la riflessione dei raggi solari e l’emissione termica. Il risultato è un materiale che può essere utilizzato su edifici, ma anche su veicoli, container, impianti elettrici, ovunque ci sia una superficie esposta al sole e la necessità di tenere lontano il calore.
Non si tratta solo di un'innovazione scientifica. Questa vernice racconta una nuova relazione tra tecnologia e ambiente, tra intelligenza artificiale e quotidianità.
È l’esempio di come l’AI non debba necessariamente restare confinata nel mondo del codice e dell’astrazione, ma possa trasformarsi in uno strumento fisico, utile, silenzioso, “non è una pittura che copre, è una pittura che pensa”, ha commentato uno dei ricercatori.
E questa frase, per quanto possa suonare paradossale, restituisce bene la portata simbolica di un prodotto tanto semplice quanto rivoluzionario.
Già lo scorso anno, altre applicazioni materiali dell’AI avevano attirato l’attenzione, come nel caso dell’azienda britannica MatNex che ha usato l’intelligenza artificiale per progettare magneti per motori elettrici privi di terre rare. Ma la vernice raffrescante colpisce per la sua accessibilità: si applica con un rullo, non ha bisogno di energia, non consuma risorse.
Fa tutto da sola, una volta stesa, e lo fa con discrezione, migliorando silenziosamente la qualità della vita nelle città.
In tempi in cui si tende a immaginare l’intelligenza artificiale come una minaccia o come un’entità astratta che prende decisioni al posto dell’uomo, questa invenzione suggerisce invece una tecnologia che accompagna, che lavora in secondo piano, che si fa materia utile.
Un’intelligenza che non simula la mente umana, ma che si piega ai suoi bisogni più urgenti.
E che si manifesta nel gesto più semplice, una pennellata.