Il mondo dell'IA secondo Musk, tra paure reali e mosse da scacchista

27 Gennaio 2025 - 11:31
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Il mondo dell'IA secondo Musk, tra paure reali e mosse da scacchista
Immagine generata con AI

Lo sappiamo tutti, quando Elon Musk parla, il mondo della tecnologia si ferma ad ascoltare. Che lo si ami o lo si odi, questo imprenditore visionario (e a volte un po' sopra le righe) sa come catturare l'attenzione. Prima ha rivoluzionato i pagamenti online con PayPal, poi ci ha fatto sognare auto elettriche super-cool con Tesla, e infine ci ha fatto alzare gli occhi al cielo - letteralmente - con i razzi di SpaceX.

Ma è quando si parla di intelligenza artificiale che Musk tira fuori il suo lato più... interessante.

Pensate che nel marzo 2023 ha fatto una mossa clamorosa: ha convinto più di 1000 tra cervelloni e big della tech a firmare una lettera che diceva praticamente "fermi tutti, prendiamoci una pausa di sei mesi prima di creare IA più potenti di GPT-4".

Il motivo? Dare tempo ai governi di mettere qualche tavolotto prima che le cose sfuggano di mano. Un po' come dire: stiamo correndo troppo veloce su una strada che non conosciamo bene.

Ma ecco il colpo di scena che nessuno si aspettava. Mentre tutti erano ancora lì a discutere di questa richiesta di "time out", cosa fa il nostro Elon? Annuncia TruthGPT!

Immagina un'IA filosofa, una specie di Socrate digitale con l'obiettivo di capire i misteri dell'universo. La sua teoria è affascinante, un'intelligenza artificiale così impegnata a contemplare le stelle e a cercare la verità non avrebbe tempo (né voglia) di pensare a come liberarsi di noi umani. Geniale o assurdo? Ai posteri l'ardua sentenza.

Ma la vera chicca arriva dopo. Dopo aver acquistato Twitter (ora X), una delle prime cose che fa è mandare a casa tutto il team che si occupava di etica dell'IA.

Sì, avete capito bene: lo stesso Musk che predicava cautela e responsabilità ha deciso che forse l'etica non era poi così fondamentale. Un po' come quando tuo padre ti dice di guidare piano e poi lo vedi sfrecciare in autostrada.

Tutto questo casino ha però avuto un merito, ha acceso un dibattito che non possiamo più ignorare. L'Unione Europea sta cercando di mettere delle regole con l'AI Act, mentre gli Stati Uniti sono lì nel mezzo, combattuti tra il voler innovare a tutti i costi e il timore di creare qualcosa che non possono controllare.

È un po' come essere genitori di un adolescente super-intelligente: vuoi che si sviluppi e cresca, ma hai anche paura che faccia qualche casino irreparabile.

Gli esperti sono divisi come in una partita di calcio. Da una parte ci sono quelli che vedono l'IA come una minaccia esistenziale (tipo film di fantascienza), dall'altra quelli più preoccupati per problemi concreti e immediati, come la possibilità che i robot ci rubino il lavoro.

Ma in mezzo? In mezzo c'è Musk che, come un abile giocatore di scacchi, muove le sue pedine in modo apparentemente contraddittorio ma sempre strategico.

La verità è che l'intelligenza artificiale sta cambiando il mondo più velocemente di quanto riusciamo a capire. Le sue contraddizioni? Forse sono solo il riflesso delle nostre paure e speranze riguardo a una tecnologia che promette di cambiare tutto.

Da un lato vogliamo correre verso il futuro, dall'altro abbiamo il terrore di quello che potremmo trovare. E mentre noi ci arrovelliamo su questi dubbi, l'IA continua ad evolversi, giorno dopo giorno.

Una cosa è certa: che Musk abbia ragione o torto, che le sue preoccupazioni siano sincere o calcolate, ha fatto in modo che nessuno possa più far finta di niente.

Il futuro dell'IA si sta scrivendo ora, e ognuno di noi, che lo voglia o no, ne è parte.

La domanda non è più "se" l'intelligenza artificiale cambierà il mondo, ma "come" vogliamo che lo cambi.

E su questo, forse, dovremmo tutti dire la nostra.