Dalle foglie al futuro: un’ex fabbrica di tabacco è diventata il cuore dell’IA italiana

25 Aprile 2025 - 10:29
 0  2
Dalle foglie al futuro: un’ex fabbrica di tabacco è diventata il cuore dell’IA italiana
Immagine generata con intelligenza artificiale

Fino agli anni ’90, in questi spazi si essiccavano foglie di tabacco. Oggi, tra le mura dell’ex Manifattura Tabacchi di Bologna, rinasce un simbolo di innovazione: il Tecnopolo DAMA (Data Manifattura Emilia-Romagna), ribattezzato la Data Valley italiana, dove si forgia il futuro dell’intelligenza artificiale in Europa. Un luogo che unisce storia e avanguardia, con 120 mila metri quadrati trasformati nel più grande centro di supercalcolo d’Italia, pronto a trainare ricerca, imprese e startup.

Un progetto da 2 miliardi

Il cuore pulsante di questa rivoluzione è AI Factory, un’iniziativa cofinanziata da Ue e governo italiano con 430 milioni di euro. L’obiettivo? Creare un ecosistema europeo di IA “open source”, supportando settori chiave come agroalimentare, cybersecurity, scienze del clima e manifatturiero. Un esempio? Pensate a un algoritmo che ottimizzi i raccolti agricoli analizzando dati meteo e del terreno, o a sistemi che prevengano cyberattacchi in tempo reale.

Entro pochi anni, il Tecnopolo attirerà 2 miliardi di investimenti e genererà 2.000 posti di lavoro, diventando un faro per università, enti di ricerca e aziende – dalle startup alle multinazionali.

Supercomputer, quantum e bollette da incubo

Ma come funziona questa “fabbrica” dell’IA? Al centro ci sono i supercomputer, macchine con una potenza di calcolo mostruosa: il solo Leonardo, attivo dal 2016, compie in un secondo ciò che un normale PC farebbe in 3 milioni di anni. E presto arriveranno nuovi “cervelli” elettronici, persino computer quantistici, capaci di risolvere problemi oggi impossibili, come simulare reazioni chimiche per farmaci innovativi.

C’è però una sfida: l’energia. Questi giganti consumano quanto una piccola città, con bollette fino a decine di milioni l’anno. Per questo, DAMA sta studiando fonti rinnovabili, come un parco eolico dedicato, per ridurre costi e impatto ambientale.

La lezione del passato

«L’IA è solo l’ultimo capitolo di una storia iniziata 60 anni fa», spiega Francesco Ubertini, presidente di Cineca. Già negli anni ’60, Bologna ospitava uno dei primi supercomputer d’Europa, usato anche dal CERN di Ginevra. «Avevamo la potenza di calcolo, ma serviva l’IA per trasformare i dati in conoscenza», aggiunge Ubertini.

Oggi, quella sinergia tra capacità computazionale e algoritmi di intelligenza artificiale permette di analizzare milioni di dati climatici per prevedere alluvioni, o ottimizzare linee produttive nelle fabbriche.

La scommessa europea

DAMA non è solo tecnologia: è una risposta alla competizione globale sull’IA. Mentre Stati Uniti e Cina dominano, l’Europa punta su un modello collaborativo, trasparente e etico. E l’Italia, con la sua Data Valley, vuole giocare un ruolo da protagonista.

«Qui costruiamo un ecosistema», conclude Ubertini. Un ecosistema dove università, imprese e centri di ricerca scrivono insieme il futuro – partendo da un luogo che, ieri profumava di tabacco, oggi odora di innovazione.