L'IA nelle scuole italiane: una rivoluzione in corso

19 Luglio 2025 - 12:31
21 Luglio 2025 - 09:11
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L'IA nelle scuole italiane: una rivoluzione in corso
Immagine generata con AI

Il grande cambiamento tecnologico

Le scuole del nostro "Bel Paese" stanno vivendo una trasformazione epocale: dall'era del digitale si passa ora all'Intelligenza Artificiale. Quest'anno ha preso il via una sperimentazione pensata per comprendere l'introduzione di questo strumento rivoluzionario nelle aule, dopo l'annuncio fatto dal ministro Valditara durante l'incontro di Cernobbio nei mesi scorsi.

Come funzionerà l'assistente virtuale

Pensate a un assistente virtuale capace di cogliere quando uno studente fa fatica con una materia e di comunicarlo immediatamente al professore. Ecco cosa farà l'IA nelle nostre classi. L'insegnante riceverà così informazioni precise su dove agire per aiutare l'alunno nel superamento degli ostacoli che incontra. Un metodo personalizzato che stravolgerà completamente l'insegnamento tradizionale, cucendo addosso a ogni ragazzo un percorso fatto su misura.

Un progetto ambizioso di due anni

Due anni di test coinvolgeranno principalmente le discipline STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) più le lingue straniere. Toccherà poi all'Invalsi mettere a confronto i progressi delle classi "artificiali" con quelle che continuano col metodo classico. L'obiettivo? Portare questa rivoluzione in tutte le scuole italiane entro il 2026. Si comincia piano: appena 15 classi sparse tra Calabria, Lazio, Toscana e Lombardia.

Le considerazioni dell'esperto Carlo Mazzone

Carlo Mazzone insegna informatica all'ITI "G.B.B. Lucarelli" di Benevento ed è stato il primo italiano a entrare nella rosa dei dieci finalisti del Global Teacher Prize, il prestigioso riconoscimento mondiale per l'insegnamento. La sua opinione? "Una sperimentazione è sempre un modo per verificare la possibilità di applicare una determinata innovazione in un campo specifico". Parole che pesano, considerando la sua lunga esperienza nel campo dell'innovazione scolastica.

La sfida della formazione docenti

Qui casca l'asino. I ragazzi di oggi maneggiano l'IA come fosse un giocattolo, ma i loro professori? Molti docenti, specialmente quelli cresciuti con gesso e lavagna, dovranno rimboccarsi le maniche e imparare da capo. Non sarà una passeggiata: ci vogliono soldi per i corsi, tempo per formarsi, pazienza per cambiare abitudini radicate. Eppure non c'è scelta: se vogliamo preparare i giovani al domani, dobbiamo prima preparare chi li guida oggi.

Una didattica più inclusiva

L'IA non è l'ennesima trovata tecnologica destinata a fare polvere negli armadi. Può davvero fare la differenza per chi ha difficoltà nell'apprendimento, creando strade alternative e contenuti strettamente personalizzati. È una questione di giustizia: ogni studente merita di imparare secondo le proprie capacità e i propri tempi.

Il paradosso del cellulare

Ecco la contraddizione più evidente: vietiamo i telefoni in classe ma vogliamo introdurre l'IA. Come ne possiamo venire fuori? La risposta sta, con molta probabilità, nel ruolo degli insegnanti, che dovranno fare da guida nell'utilizzo di strumenti appositi e aiutare concretamente gli studenti nel loro percorso. Niente smartphone personali, dunque, ma dispositivi pensati appositamente per l'educazione, con controlli e sicurezze adeguate.

Verso una scuola del futuro

Tutto dipenderà da come il sistema scolastico italiano saprà gestire questa svolta. Servono docenti preparati, strutture all'altezza, investimenti mirati. Se ce la faremo, assisteremo a un cambiamento storico nel modo di fare scuola. Altrimenti, sarà l'ennesima occasione sprecata. La posta in gioco è alta: il futuro dei nostri ragazzi.