AI Act 2025, l'Europa impone le prime regole per un'intelligenza artificiale

A partire dal 2 febbraio 2025, l' Unione Europea ha messo un freno alla corsa irrefrenabile dell'intelligenza artificiale con l'entrata in vigore delle prime restrizioni previste dall'AI Act .
Non è solo una questione di norme, ma di un cambiamento del percorso culturale, la tecnologia non può più muoversi senza regole, e l'era del “fai quello che vuoi” per gli algoritmi è ufficialmente finita.
Uno dei punti più forti? basta all'AI che manipola e inganna. Dopo anni di battiti su etica e persuasione subliminale , l'Europa ha detto basta. Non sarà più possibile usare algoritmi nascosti per condizionare scelte e comportamenti senza che le persone se ne accorgano.
Le aziende dovranno rivedere le loro strategie, abbandonando ogni scorciatoia che sfrutta la psicologia per spingere inconsapevolmente in una direzione anziché un'altra.
Un'altra mossa decisiva riguarda la protezione delle persone più vulnerabili, chiunque sia in una posizione di fragilità, per età, salute o condizione economica, non potrà essere bersaglio di IA progettata per approfittare delle sue debolezze.
L'intelligenza artificiale non deve diventare uno strumento di sfruttamento, ma di supporto .
E poi c'è il social scoring. Un incubo che in alcuni paesi è già realtà, valutare e classificare le persone in base ai loro comportamenti, creando una società controllata e discriminatoria. Con l'AI Act, l'Europa ha chiuso la porta a questo scenario, ribadendo che nessuno può essere ridotto a un punteggio o a un algoritmo .
Altro capitolo fondamentale, il riconoscimento facciale in tempo reale. Se da un lato può essere utile per la sicurezza, dall'altro il rischio di una sorveglianza di massa è troppo alto.
L'UE ha scelto di tutelare la libertà individuale, imponendo limiti chiari all'uso di questa tecnologia.
Ora, tocca alle aziende tecnologiche e ai governi adattati a questa nuova etica dell'intelligenza artificiale. L'AI Act è solo l'inizio, serviranno aggiornamenti, nuove norme e aggiustamenti per stare al passo con l'evoluzione della tecnologia. Ma una cosa è certa: l'Europa vuole governare l'IA, non subirla.
Quanto cambierà davvero la nostra vita quotidiana? Ancora presto per dirlo.
Ma questa potrebbe essere la prima vera spinta verso un uso dell'intelligenza artificiale più trasparente, etico e rispettoso dei diritti di tutti.